La battaglia che ha dettato la caduta dell'impero romano.

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  1. NONNINO JO
     
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    Possibili sviluppi in caso di esito storico differente

    La colonizzazione della Germania avrebbe aperto scenari del tutto differenti per la storia europea e mondiale. Nel caso che nell'arco del I secolo d.C. le popolazioni germaniche annesse all'impero fossero state completamente integrate, come lo erano state prima le popolazioni celtiche, come conseguenza ci sarebbe stata una minore pressione militare sui limes dell'Impero ed una maggiore consolidazione dei presidi (anche per il fronte ridotto, spostato dal Reno al fiume Elba), il che avrebbe potuto comportare anche una successiva espansione nei territori nell'area tra l'Elba e l'Oder e la Vistola, da cui nel II secolo storicamente provenivano altre popolazioni che premevano sui confini romani. D'altro canto, non è certo che le popolazioni germaniche, sempre fiere della propria identità e autonomia, avrebbero accettato facilmente l'assimilazione da parte dei Romani, rischiando al contrario di causare maggiore instabilità militare e politica tramite tentativi di rivolta nei confronti dell'autorità imperiale (un'ipotetica sconfitta di molte legioni, analoga a quella variana, dopo un'insurrezione avrebbe ad esempio reso più vulnerabile l'impero).[9]
    Le conquiste di Augusto fino al 9, prima della disfatta di Varo nella selva di Teutoburgo.

    Ipotizzando un'integrazione simile a quella avvenuta con le popolazioni celtiche, comunque, gli ulteriori scenari di espansione, per quanto meramente speculativi, sono molteplici:

    l'intero arcipelago britannico, storicamente occupato da Claudio escludendo la Scozia e l'Irlanda; con una maggiore disponibilità di soldati da impiegare su altri fronti, è probabile che la conquista romana si sarebbe espansa anche nella provincia di Caledonia, per la quale ci fu un tentativo di occupazione da parte del governatore Gneo Giulio Agricola che però venne stroncato da Domiziano, che richiamò il governatore perché non voleva che si intraprendessero guerre (secondo Tacito invece perché geloso dei suoi successi militari anche se questo giudizio probabilmente è influenzato dalla parentela fra Tacito ed Agricola), e che nei secoli successivi fu il luogo di origine di popolazioni, come i Pitti o gli Scoti, che diedero diverso filo da torcere a Roma, costringendo addirittura l'imperatore Adriano a fortificare il confine con il famoso Vallo di Adriano. Più difficilmente ci sarebbe stata un'espansione in Irlanda, a cui i romani si disinteressarono perché lontana, poco fertile e dal clima freddo, e dalla quale non provenivano minacce di tipo militare che giustificassero un'occupazione per tenere a bada la regione: lo stesso Agricola, secondo Tacito, era sicuro che per soggiogare l'Irlanda sarebbe bastata una sola legione con pochi ausiliari di supporto, e non tentò mai comunque tentativi d'occupazione reale seppur sembra che, ancora una volta stando a quanto ci riferisce Tacito, possa aver tentato spedizioni punitive di qualche sorta al di là del mare;[9]
    l'Impero Partico, che Traiano riuscì a contenere occupando le provincie di Mesopotamia e Armenia, che vennero però in seguito abbandonate da Adriano perché difficilmente difendibili; anche in questo caso, una minore pressione militare sul fronte europeo ed una maggiore disponibilità di uomini in Medio Oriente avrebbe potuto garantire una maggiore solidità dei presidi ed un'eventuale possibilità di espansione in Persia, forse anche oltre, ma non si può dire nulla con certezza su quel che i Parti avrebbero fatto;[9]
    i territori ad est della Vistola, come i paesi baltici in cui passava la ricca via dell'ambra o le coste settentrionali del Mar Nero in cui già da secoli vi erano alcune colonie greche, sarebbero potuti essere potenziali obiettivi di un'ulteriore espansione romana. Nel primo caso, la via dell'ambra [1] fu una delle più antiche forme di collegamento fra l'Europa Settentrionale e quella Meridionale, attraversando l'Europa Centro-Orientale e giungendo fino ai mercati mediterranei. Un ipotetico controllo di questo traffico commerciale avrebbe potuto giustificare un'espansione in questa direzione. Prima ad ogni modo si sarebbe dovuto fare attenzione alle popolazioni che abitano l'odierna Romania, infatti nel mezzo c'era la Dacia, storicamente occupata da Traiano. Le più antiche fonti greche parlano dei popoli dei Geti e dei Daci, descritti in particolar modo da Erodoto, mentre l'astronomo e geografo greco Claudio Tolomeo verso la metà del II secolo descrisse questo territorio come abitato da numerose popolazioni di diversa stirpe, spesso mista celto-germanica o germanico-sarmatica;[9]
    la Scandinavia strategicamente era lontana da Roma, fredda e poco accessibile, ma in caso di scorrerie piratesche da parte di popolazioni autoctone si potrebbe ipotizzare un tentativo di arginare tale problema da parte dell'esercito romano (preludio ad una possibile espansione nel settore);[9]
    l'Arabia era un territorio in cui transitavano molte carovane, inoltre nelle coste dell'odierno Oman i pirati del luogo avrebbero potuto fornire il casus belli per un'incursione ed occupazione dei territori da parte di Roma in caso di occupazione delle coste del Golfo Persico e dell'Oceano Indiano.[9]

    Statua dell'imperatore romano Augusto.

    Ipotizzando che tutte queste espansioni territoriali fossero andate a buon fine, da un punto di vista ottimistico l'introito di ricchezze dovuto alle conquiste avrebbe potuto modificare sensibilmente l'apparato economico dell'Impero, eventualmente ritardando le crisi del III e IV secolo, oppure richiedendo una modifica della società romana che avrebbe comportato nuovi schemi politici, sociali ed economici che avrebbero cambiato ulteriormente l'assetto dell'Impero evitando queste crisi. Non è da escludere però che al contrario un cambiamento della società romana avrebbe comportato una serie di conseguenze (concatenate direttamente o meno) capaci di destabilizzare l'autorità imperiale, ma come in ogni scenario di storia alternativa dopo lunghi periodi di tempo tutto è possibile.[9]

    Si potrebbe a questo punto parlare dell'invasione degli Unni, sul finire del III secolo e nel IV secolo. Non c'è indizio alcuno che i Romani avrebbero potuto respingerli, sicuramente le orde delle steppe avrebbero incontrato una resistenza più coriacea ma la loro superiorità nella cavalleria avrebbe potuto fare ugualmente la differenza in un'ipotetica serie di battaglie; ma allora si potrebbe immaginare ad esempio una conquista romana dell'Impero partico e un'adozione su larga scala delle loro truppe di cavalleria catafratte (storicamente limitate all'Impero Bizantino) e di arcieri a cavallo, rendendo ancora più dubbio lo svolgersi degli avvenimenti per via delle innumerevoli strade percorribili dalla storia. Nella realtà solo il generale Flavio Ezio riuscì a infliggere una disfatta determinante agli unni di Attila[2], nella Battaglia dei Campi Catalaunici presso Châlons-en-Champagne. In ogni caso, non vi sarebbe stata la minaccia delle popolazioni germaniche costrette a migrare entro i confini dell'impero perché incalzate dagli Unni, in quanto queste popolazioni sarebbero state in gran parte già facenti parte dell'Impero.[9]

    Questa mancanza di flussi migratori avrebbe difficilmente comportato la mescolanza etnico-culturale dei regni romano-barbarici (nulla esclude ad ogni modo un qualsiasi evento capace di spingere molti germanici a stabilirsi nei territori gallici, iberici ed italici, ma anche in questo caso l'influenza della cultura romana classica sarebbe rimasta netta a differenza che nel Medioevo), e anche lo sviluppo delle lingue romanze ne avrebbe risentito: o il latino sarebbe resistito a lungo, o in caso di un altro sgretolamento dell'Impero per vari motivi allora le lingue neo-latine sarebbero state molto più legate all'idioma originario e con più influenze celtiche che germaniche.[9]

    Ulteriori possibili scenari sono l'intensificazione dei rapporti fra Roma e la Cina, l'espansione religiosa e le esplorazioni coloniali in un contesto ben diverso.[9] WIKIPEDIA HA SEMPRE RAGIONE
     
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  2. VENNONETES
     
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    Tl; dr
     
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    hanno fatto anche un film , l'ultima legione (2009) :)
     
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